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Lanzarote

Vulcani terrestri e paesaggi marziani

Dopo sole quattro ore di volo arrivai su Marte. L'impatto fu strano. Ero convinto che per giungervi ci volesse molto più tempo e che l'aereo non fosse esattamente il mezzo più adatto, ma poco importava, ormai ero lì. Distese di rocce irregolari, porose e di una gamma di colori che andava dal marrone scuro al beige, si allungavano fino all'orizzonte dove, puntualmente, o l'oceano o alcune montagne prive di vegetazione interrompevano quella monotonia minerale.

Potevano passare delle ore, sotto il sole cocente che creava strani giochi di immagini tremanti sulla superficie rovente, prima che l'occhio riuscisse a scorgere una parvenza di vegetale. Le spiagge erano un paradiso che ti riportava coi piedi sul pianeta in cui viviamo e le acque azzurrissime e trasparenti del mare permettevano immersioni da togliere il fiato. E poi c'erano loro, i vulcani, con i crateri spalancati verso il cielo come se fossero bocche terrificanti della Terra voraci d'aria da respirare. Per la verità non so se davvero i vulcani a Lanzarote facciano respirare il mondo, quello che so per certo invece è che sono i padri dell'isola che attraverso le loro disastrose eruzioni passate hanno creato questo splendido angolo di globo, come ad insegnare che anche dalle più mostruose catastrofi ambientali possono nascere luoghi magnifici.

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